giovedì 25 aprile 2013

I PENTITI: " VINCENZO ENEA UN OMICIDIO DI MAFIA" IL PROCESSO PER LA GIUSTIZIA






Palermo 23 Aprile 2013 Corte
d’Assise. Hanno chiesto il rito abbreviato i difensori del boss Francesco Bruno
  nel processo dell’omicidio dell’imprenditore
edile di Isola delle Femmine Vincenzo Enea
nel processo che si sta svolgendo in Corte d’Assise di Palermo.
Il Giudice Pier Giorgio Morosini
ha fissato la prossima udienza al 21 maggio.
I fatti risalgono all’8 giugno del
1982 , Enea venne freddato davanti all’ingresso del Village Bungalow di Via
Palermo a Isola.
Trenta anni dopo la Procura di
Palermo ha incrociato le dichiarazioni dei figli con i verbali di alcuni
collaboratori di giustizia, individuando
uno dei possibili esecutore del delitto.
E’ emerso che Vincenzo Enea
sarebbe stato ucciso per la sua opposizione ai progetti di espansione di
Francesco Bruno che voleva imporgli di stare insieme in una società di fatto o
comunque acquisire al suo cantiere confinante   le villette che stava costruendo in Corso
Italia, ai confini della Costa Corsara di Isola delle Femmine.
Un delitto rimasto avvolto nel
mistero fino a quando alcuni mesi fa l’ex procuratore aggiunto Antonino Ingoia
e il sostituto Francesco Del bene sono andati negli Stati Uniti dove vivono due
dei figli Pietro e Maria Teresa Enea si sono stabiliti dopo la morte del padre
per paura di essere eliminati.
Bruno Francesco già all’ergastolo,
nel carcere di massima sicurezza di Padova,  da tempo per l’omicidio di Stefano Gallina
boss di Carini ucciso il 1 ottobre 1981. Bruno per uccidere Vincenzo Enea non
avrebbe agito da solo ma finora non erano stati individuati né i killer né i
mandanti   














Finalmente, dopo circa trenta anni e  grazie al coraggio dei propri figli si rompe il silenzio sull'omicidio di Vincenzo Enea avvenuto nell'anno 1982. Si riaprono le indagini su un omicidio che ha visto coinvolti gli stessi personaggi protagonisti del  processo "tempesta".

La speranza da parte dei figli che l'apertura delle indagini possa portare all'individuazione degli esecutori e dei mandanti del delito di chiara matrice mafiosa.

















CAPACI
ISOLA BRUNO FRANCESCO VASSALLO SALVATORE
BILLECI
SALVATORE BADALAMENTI COPACABANA RICCOBONO
GIOVANNI…….

OPERAZI0NE SAN LORENZO

IL PASSAGGIO DEL TESTIMONE


La
strage degli innocenti



LEGGIO
SPACCO' IN DUE COSA NOSTRA IL PENTITO NAIMO AL PROCESSO





26 Gennaio 1982 Isola delle Femmine (PA), ucciso Nicolò Piombino

L’ALTRA FACCIA DELLA
MEDAGLIA UN INTERVENTO SULLA BRUTALE AGGRESSIONE AL PROFESSORE





Intercettato
al telefono con l ’ing. Galluzzo della S.I.S.  il Sindaco di Isola delle Femmine Professore
Gaspare Portobello chiedeva posti di lavoro per i suoi concittadini di Isola
delle Femmine
http://pinociampolillo.wordpress.com/2012/04/22/intercettato-al-telefono-con-ling-galluzzo-della-s-i-s-il-sindaco-di-isola-delle-femmine-professore-gaspare-portobello-chiedeva-posti-di-lavoro-per-i-suoi-concittadini-di-isola-delle-femmine/







MICALIZZI MICHELE:
genero di Riccobono.
MUTOLO GASPARE:
elemento di spicco della famiglia di Rosario Riccobono.
RICCOBONO ROSARIO:
rappresentante di Partanna Mondello nel 1975 e dal 1978. Suo fratello Giuseppe,
a sua volta rappresentante di Partanna-Mondello, venne ucciso il 27.7.1961. Condannato
all'ergastolo. Scomparso, forse vittima di lupara bianca nel 1982. era socio
della cooperativa edilizia Liberta'. Reggeva i contatti con alcuni membri della
famiglia Santapaola a Catania.
BADALAMENTI GAETANO
(zu' Tanu)(**): capo famiglia di Cinisi dal 1962 quando succede, pacificamente,
a Cesare Manzella rappresentante in seno alla commissione. Rappresentante della
famiglia di Cinisi nel 1975, viene espulso da Cosa Nostra nel 1978 per motivi
oscuri. E' attivo nel traffico degli stupefacenti anche dopo questa data, il
22.5.84, infatti, viene colpito da mandato di cattura. Viene arrestato a Madrid
l'8.4.1984.
BADALAMENTI SILVIO:
nipote di Gaetano, assassinato il 2.6.1983.
BADALAMENTI VITO(**): di Gaetano.
Arrestato con il padre a Madrid l'8.4.84. Imputato per traffico di
stupefacenti, mandato di cattura 22.5.84.
ALFANO PIETRO(**):
Cugino di Gaetano Badalamenti. Arrestato con Gaetano Badalamenti a Madrid
l'8.4.84. Imputato per traffico di stupefacenti, mandato di cattura 22.5.84.
D'AGOSTINO EMANUELE:
elemento di spicco della famiglia di S.Maria del Gesu'. Fedelissimo di Bontate,
scompare dopo la morte di quest'ultimo. Coinvolto nel traffico di stupefacenti.
D'AGOSTINO ROSARIO:
catturato mentre si nascondeva con Giuseppe Grado nella villa di questi a
Besano. Era il guardaspalle di quest'ultimo. Traffico di stupefacenti.
D'AGOSTINO ROSARIO:
di Ignazio e di Bonanno Caterina, Palermo ?/6/1946. Detenuto (~).
GALLINA STEFANO: membro
della famiglia di Cinisi, ucciso il 1.10.1981.





Il Giudizio abbreviato. La disciplina
ed i vantaggi.

Il
Giudizio abbreviato

E’ un rito
alternativo di celebrazione del processo rispetto al rito ordinario (ovvero al
dibattimento ove la prova è assunta avanti al Giudice in contraddittorio tra le
parti ed il Giudice nulla – o quasi nulla – conosce degli atti di indagine
contenuti nel fascicolo del Pubblico Ministero).
E’ un giudizio che si
celebra allo stato degli atti ovvero sulla base di quelli che sono i risultati
delle indagini preliminari della polizia e che sono confluiti nel fascicolo del
Pubblico Ministero.
Non verranno – di
norma – sentiti testimoni né dell’accusa né della difesa.
Se la difesa intende
argomentare con documenti o per iscritto dovrà farlo con un apposito deposito
nel fascicolo del PM PRIMA della richiesta di abbreviato.
Il Giudizio
abbreviato si celebra avanti al GIP (ovvero un giudice unico qualunque sia il reato
per il quale si procede) in camera di consiglio ovvero senza la presenza del
pubblico (PM, difesa e Giudice non indossano la toga; solitamente si celebra
nella stanza del Giudice).
La richiesta di
Giudizio abbreviato è un diritto dell’imputato ed è prevista per qualsiasi tipo
di reato.
Il processo in
abbreviato si celebra in Camera di Consiglio avanti al GIP una volta che
l’imputato ne ha fatto richiesta o l’ha avanzata il difensore munito di procura
speciale.
L’abbreviato – dopo
il controllo delle formalità relative alla citazione dell’imputato e del suo
difensore – si apre con la requisitoria del PM alla quale segue l’arringa del
difensore.
Può partecipare anche
la persona offesa che può costituirsi parte civile con il suo avvocato (V. per
la costituzione di parte civile in questa stessa categoria del sito).
Il Giudice – letti i
documenti del fascicolo del PM ed eventualmente quelli depositati dalla difesa
PRIMA della richiesta di abbreviato nonché ascoltati sia il PM che la difesa –
deciderà se condannare o assolvere l’imputato.
L’assoluzione è
sempre ovviamente astrattamente possibile.
In caso di condanna il rito prevede una premialità per
l’imputato: ovvero la riduzione di un terzo della pena eventualmente inflitta.
La riduzione è
“secca” ovvero non può essere né maggiore né minore di un terzo della pena che
irrogherebbe il giudice senza riduzione ed è stata pensata dal Legislatore per
indurre gli imputati ad evitare processi lunghi e costosi.
Il Giudizio
abbreviato deve essere richiesto o durante l’Udienza preliminare, oppure – se
questa manca data la natura del reato – nella fase preliminare della prima
udienza dibattimentale e, comunque, in sostanza, prima che inizi la
celebrazione del processo con il rito ordinario.
****
Il Giudizio abbreviato condizionato.
Come detto, il
Giudizio abbreviato si svolge allo stato degli atti ovvero tutti quegli atti e
documenti contenuti nel fascicolo del PM al momento della richiesta di
abbreviato (che, lo ricordiamo, può essere chiesto solo e solamente
dall’imputato ed il PM non vi si può in alcun modo opporre ed il Giudice per accogliere
la richiesta deve solo considerare la correttezza formale della domanda).
Ma non è sempre così.
La procedura penale
prevede il Giudizio abbreviato condizionato ovvero un giudizio allo stato degli
atti ma con la possibilità di assumere ex novo la prova (o le prove) indicate
dall’imputato che, difatti, “condiziona” la sua richiesta di abbreviato
all’acquisizione delle prove che lui stesso indicherà.
Il PM come non può
chiedere che si proceda con il  Giudizio abbreviato, così non può avanzare
nessuna richiesta di condizione (semmai si può opporre a quelle richieste dalla
difesa).
La richiesta delle
nuove assunzioni probatorie avanzata dalla difesa deve necessariamente essere
compatibile con la natura del Giudizio abbreviato: si dovrà trattare di prove
necessarie e che non stravolgano quella celerità e speditezza e quello “stato
degli atti” tipici del Giudizio abbreviato.
Il PM potrà addurre
prove contrarie.
In ogni caso, qualora
il compendio accusatorio (ovvero, in generale, tutti gli contenuti nel
fascicolo del PM) non sia sufficiente per il GIP per addivenire ad una decisone
(sia di condanna che di colpevolezza), il Giudice – di ufficio – potrà
provvedere ad assumere nuove prove (sia in caso di Giudizio abbreviato
“normale” che condizionato).
La Sentenza del
Giudizio abbreviato può essere impugnata in Appello come una Sentenza emessa a
seguito di celebrazione con il rito ordinario.
****
Il Giudizio
abbreviato può essere opportuno in diverse occasioni:
§                       
Nel caso di colpevolezza certa e provata già nella fase delle
indagini preliminari. Lo sconto di un terzo è sicuramente il migliore risultato
che si può ottenere in una sempre auspicabile e pragmatica ottica difensiva;
§                       
Nel caso in cui gli indizi raccolti durante le fase delle
indagini non siano tali da potersi dire superato il ragionevole dubbio circa la
colpevolezza dell’incolpato (un approfondimento dibattimentale in
contraddittorio tra le parti potrebbe colmare le lacune cristallizzate nelle
indagini);
§                       
Il coacervo accusatorio – che l’imputato conoscerà fin dal
momento dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari ex art. 415 bis
c.p.p. (V. nella categoria “cose da sapere” del sito) ovvero ben prima del
momento per la richiesta di Giudizio abbreviato – cristallizzato negli atti
delle indagini preliminari potrebbe indicare all’imputato ed al suo difensore
importati temi di prova da indagare in sede di indagini investigative difensive
(testimoni, documenti ed ogni altra circostanza di fatto e di diritto di segno
opposto rispetto a quella posta dagli investigatori alla base della pretesa
punitiva). Il quadro probatorio del PM, dunque, a seguito delle indagini o
dalle considerazioni svolte dalla difesa, potrà essere completato (e, direi, contraddetto
e minato) con tutti gli elementi raccolti dalla difesa e depositati nel
fascicolo del PM cosicché (al momento della celebrazione dell’abbreviato) il
Giudice troverà già nel fascicolo che studierà per la decisione tutti i “buchi”
della tesi accusatoria e l’illustrazione delle piste e deduzioni alternative a
sostegno dell’innocenza dell’imputato.

Pagine
correlate:

§                       
Il Giudizio abbreviato. I vantaggi.
§                       
L’udienza preliminare. Gli scopi e la disciplina.
§                       
Il Giudizio Immediato. Peculiarit , particolarit
e…
§                       
Il giudizio “per direttissima”
§                       
Il C.d. “patteggiamento”.
http://www.studiolegaledelalla.it/cose_da_sapere/il-giudizio-abbreviato-la-disciplina-ed-i-vantaggi/



B.B.P., BADALAMENTI, Bruno Francesco, CATALDO, COPACABANA, D' Agostino, Enea Vincenzo, IMPASTATO, Lo Duca, LO PICCOLO, LUCIDO, Micalizzi;Mutolo, ONORATO FRANCESCO, ROSARIO NAIMO, Rosario Riccobono, Stefano Gallina,



INTERPELLANZA Chiarimenti sulle inadempienze riguardanti il Piano Regionale di Risanamento della Qualità dell’Aria




INTERPELLANZA


(risposta scritta con urgenza)


N. -  Chiarimenti sulle inadempienze riguardanti
il Piano Regionale di Risanamento della Qualità dell’Aria



DESTINATARI:

Al Presidente della Regione, all'Assessore
del territorio e dell'ambiente,  


                                                                       TESTO


Rilevato che

più di 5 anni fa, il 21 novembre
2007, Legambiente Sicilia denunciava in una conferenza stampa, che il Piano
Regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente,
approvato ed adottato con il D.A. n. 176/Gab del 9 agosto 2007 dall’assessore
al Territorio e Ambiente Rossana Interlandi, era un copiato dall’omologo Piano
della Regione Veneto di alcuni anni addietro, nonché un collage di capitoli,
paragrafi, ecc. integralmente trascritti da pubblicazioni già edite da altri
Enti ed Amministrazioni;

gli autori, coordinati dal
dirigente responsabile del Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico”
del Dipartimento Ambiente, Salvatore Anzà, non si erano neppure accorti che
quel Piano del Veneto, cui avevano attinto, era già stato bocciato dalla
Comunità Europea parecchi anni prima, né che nel copia e incolla si erano
generate inedite “comunanze” e “similitudini” tra le caratteristiche ambientali
del Veneto e della Sicilia, tipo il “sistema aerologico padano” della Regione
Siciliana, la limitazione delle ore di utilizzo del riscaldamento domestico a
causa della rigidità del clima, l’incremento delle piste ciclabili lungo gli
argini dei fiumi e dei canali presenti nei centri storici dei Comuni siciliani
al fine del miglioramento del traffico urbano, la persistenza delle Comunità
montane, ecc.;

la vicenda suscitava, a causa dei
suoi risvolti paradossali, notevole clamore e turbamento a livello mediatico e
nell’opinione pubblica regionale e nazionale, attirando persino l’attenzione
della trasmissione satirica Striscia la notizia che vi dedicava un esilarante
servizio, nel corso del quale il dirigente generale del Dipartimento Ambiente,
Pietro Tolomeo, per giustificare l’abnormità dei fatti, arrivava a definirli
frutto di “pochi refusi”, tuttavia lasciandosi scappare che “nel copiare può
succedere”;

l’Assessore Interlandi nominava
una commissione d’inchiesta per gli accertamenti del caso e delle
responsabilità, ma la commissione, di fronte all’imbarazzante situazione, si
trincerava dietro un’enigmatica astensione dal rilasciare una qualsiasi
relazione

a distanza di circa 4 mesi
l’Assessore Interlandi, con il decreto n. 43/Gab del 12 marzo 2008, riteneva di
sanare le abnormità con la semplice eliminazione dal testo del Piano dei
riferimenti più spiccatamente “padani”, ma lasciando inalterate le altre parti
interamente copiate. 

Considerato che

il c.d., Piano regionale di coordinamento per la
tutela della qualità dell’aria ambiente della Regione Siciliana, vale a dire un
documento frutto di un mero assemblaggio, operato con il metodo del copia ed
incolla, di porzioni di documenti di varia estrazione e provenienza, alcuni dei
quali persino di scarsa attinenza e molti altri anche temporalmente superati
(basti considerare che il Piano della Regione Veneto risaliva all’anno 2000 ed
era stato bocciato dalla Comunità Europea), tutto può definirsi fuorché un
documento di programmazione e pianificazione in materia di tutela e risanamento
della qualità dell’aria;

nessun provvedimento risulta essere stato
intrapreso nei confronti dei responsabili della redazione del Piano copiato;

detto Piano continua inspiegabilmente e poco
decorosamente a risultare un documento ufficiale della Regione Siciliana  e ad essere inserito nel sito istituzionale
dell’Assessorato al Territorio e Ambiente, senza che i vertici politici
dell’Assessorato, quelli burocratici del Dipartimento Ambiente ed i
responsabili dell’ufficio competente che si sono succeduti abbiano ritenuto di
intervenire al fine della sua revoca;

a fine gennaio di quest’anno il
Tribunale di Palermo ha depositato le motivazioni della sentenza n. 5455/2012, con
la quale si sancisce che il c.d. Piano regionale per la tutela della qualità
dell’aria contiene “vistose copiature
di un piano di un’altra regione
” e si condanna ad 1 anno e 8 mesi di
reclusione l'allora responsabile del Servizio 3 del Dipartimento Ambiente e
coordinatore del Piano copiato dott. Salvatore Anzà, poichè nell'esercizio
delle sue funzioni aveva redatto e inviato a diversi Enti pubblici, regionali e
ministeriali, una serie di note su carta intestata dell'Assessorato al
Territorio e Ambiente dai contenuti opinabili in danno di Legambiente e del suo
Presidente Regionale arch. Domenico Fontana per aver essi smascherato la
copiatura del Piano;
lo scorso 13 marzo il GUP del Tribunale di Palermo
ha rinviato a giudizio, proprio per non avere mai adottato un vero Piano di
risanamento della qualità dell’aria, nonostante fossero a conoscenza dei dati
allarmanti sulla qualità dell’aria, gli ex Presidenti della Regione, Totò
Cuffaro e Raffaele Lombardo, assieme agli assessori pro tempore
dell’Assessorato al Territorio e Ambiente, Francesco Cascio, Rossana
Interlandi, Giuseppe Sorbello e Roberto Di Mauro, ed il processo si aprirà il
prossimo 3 giugno.

si chiede di  conoscere

- quali iniziative ritenga di voler adottare, ed in
che tempi (dopo quasi 6 anni) per la revoca immediata del Piano copiato;

- come intende procedere per fare emergere le
responsabilità degli autori e le coperture di cui gli stessi hanno potuto
godere nel corso di questi anni, anche come segnale forte di abbandono di un
deleterio modus operandi;

- per quali motivi il Piano copiato ha continuato
fino ad ora a fare bella mostra sul sito istituzionale dell’Assessorato al
Territorio e Ambiente senza che nessuno sia intervenuto al riguardo nonostante
a conoscenza della copiatura e quindi della non conformità, il tutto ancor più
aggravato dall’intervenuta condanna penale a carico del responsabile della
redazione della copiatura del Piano;

- per quali motivi sono rimaste senza risposta, a
distanza di oltre 4 mesi, le richieste di ritiro del Piano inoltrate
all’attuale assessore al territorio da parte di Legambiente e della CGIL,
ulteriormente sollecitate, anche con formale diffida, dalle associazioni
Comitato Cittadino Isola Pulita, AugustAmbiente, Italia Nostra, WWF Palermo, disattendendo
le norme sui procedimenti e sulla trasparenza amministrativa di cui alla L.R.
5/2011;  

- se sono stati intrapresi provvedimenti nei confronti
del dott. Salvatore Anzà a seguito della sua condanna e se il Governo intenda
costituirsi parte civile nel processo contro gli ex Presidenti della Regione,
Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo, e gli ex assessori al territorio e ambiente,
Francesco Cascio, Rossana Interlandi, Giuseppe Sorbello e Roberto Di Mauro, che
si aprirà il 3 giugno prossimo presso il Tribunale di Palermo;

- quando intende adottare un vero Piano regionale
di risanamento 
della qualità dell’aria.

(Gli interpellante chiedono  lo svolgimento
con urgenza)


(15 Aprile 2013)                                                                         
Firmatari:       Stefano Zito (M5S)

Cancelleri Giovanni Carlo
Cappello Francesco
 Ciaccio Giorgio
 Ciancio Gianina
 Ferreri Vanessa
Foti Angela
La Rocca Claudia
 Mangiacavallo
Matteo
 Palmeri Valentina
Siragusa Salvatore
 Trizzino Giampiero
 Troisi Sergio                                                                                                                        Venturino
Antonio
 Zafarana Valentina



INTERPELLANZA



N.  0000 - Qualità dell’aria e probabile aumento di
tumori nella provincia di Siracusa. Proposta di un decreto ad hoc per gli
inquinanti di origine petrolchimica e di un Piano di Risanamento dell’aria


DESTINATARI:

Al Presidente della Regione, all’Assessore
per il territorio e l’ambiente, all’Assessorato per la Salute.


                                                                       TESTO

Premesso che:


Con decreto legislativo n. 155 del 13 agosto 2010 (So n. 217 alla Gu 15
settembre 2010 n. 216), attuazione della direttiva 2008/50/Ce, sostituente a
sua volta le disposizioni di attuazione delle direttiva 2004/107/Ce nonché le
recenti normative fra cui il D.M. 60/2002, relativa alla qualità dell'aria
ambiente e per un'aria più pulita in Europa, gli inquinanti che raggiungono il
valore limite ovvero il livello fissato in base alle conoscenze scientifiche,
incluse quelle relative alle migliori tecnologie disponibili, al fine di
evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi per la salute umana o per
l'ambiente nel suo complesso, che deve essere raggiunto entro un termine
prestabilito e che non deve essere successivamente superato, sono le
concentrazioni di biossido di zolfo (SO2), biossido di azoto (NO2),
benzene (C6H6), monossido di carbonio (CO), ozono (O3),
piombo (Pb), PM10 (polveri sottili), PM2.5 (polveri
ultrasottili), metalli pesanti, tra cui: arsenico (As), cadmio (Cd), nichel
(Ni), mercurio (Hg) e tra gli Ipa solo il benzo(a)pirene (BaP), che secondo lo
Iarc è l’idrocarburo policiclico aromatico classificato come “probabile”
cancerogeno.

Le stime della Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) indicano che nove persone su centomila esposte ad
una concentrazione di 1 ng/m3 (1 nanogrammo è un miliardesimo di
grammo) di benzo(a)pirene sono a rischio di contrarre il cancro.
Il benzo(a)pirene nel 2010 e nel
2011 è stato riscontrato a Priolo e a Scala Greca in concentrazioni superiori
al limite di legge (vedi relazione scientifica in allegato).
L’Occupational Safety and Health
Administration (OSHA) ha stabilito un limite di 0,2 mg di IPA per m3
d’aria.
Il National Institute for
Occupational Safety and Health (NIOSH) raccomanda che i livelli nell’aria siano
inferiore a 0,1 mg/m3 per un giorno lavorativo di 10 ore nell’ambito
di 40 ore settimanali di lavoro.
A quanto pare l’Asp di Siracusa ai
lavoratori esposti fa effettuare solo le analisi di routine.

Con decreto regionale
n. 888/17 (oggi del 14.06.2006) invece oltre a disciplinare in atmosfera SO2,
NO2, O3, PM10 e PM2, si rilevano
gli NMHC (idrocarburi non metanici) e il Toluene-etil Benzene O-M-P Xilene.
Questo decreto stabilisce delle
soglie oltre le quali devono essere operate delle azioni correttive alle
emissioni da parte delle Aziende operanti nel comprensorio industriale del
Siracusano. Sulla base dei dati prodotti dalla Rete Interconnessa (Arpa-Provincia-Cipa),
istituita per il controllo dell’inquinamento atmosferico, ogni ora una routine
verifica, secondo gli algoritmi di calcolo contenuti nel Decreto, se vi sia un
superamento delle “soglie” previste per l'attivazione dei “Livelli di intervento”.
Gli interventi previsti, come detto,
mirati a prevenire fenomeni di degrado della qualità dell’aria, si articolano
su tre livelli a seconda delle concentrazioni raggiunte dalle diverse sostanze
monitorate (SO2,  NO2
e O3, se associato a un  superamento
di NMHC). Più alto è il livello delle concentrazioni rilevate maggiore è il
livello di intervento che viene diramato e più energiche sono le azioni di
contenimento delle emissioni che le Aziende devono mettere in atto.
Gli inquinanti atmosferici menzionati sono quelli elencati nell’allegato I
della Direttiva 96/62/CE, come modificata nella Decisione 2001/752/CE.

Osservando entrambi i Decreti si notano delle grosse
inadempienze, nel senso che sia il Decreto n. 155/2010 sia il Decreto 888/17 non
fissano i valori limiti per la maggior parte degli inquinanti di origine
petrolchimica, come i mercaptani, l’acido solfidrico (H2S), gli
idrocarburi policiclici aromatici quali: benzo(a)antracene,
benzo(K)fluorantene, dibenzo(a,h) antracene, indeno(1,2,3-cd)pirene, definiti
dallo Iarc come “possibili” cancerogeni, e per quanto riguarda il benzene
(idrocarburo aromatico volatile), si rilevano soltanto il limite annuale (5
μg/m3 ) e non quello orario giornaliero, che a quanto pare nell’anno
2009 e 2010 alla Sasol (Augusta) raggiungeva dei picchi orari spaventosi (300 μg/m3
) piuttosto significativi. Dalla letteratura si evince che brevi esposizioni di
5-10 minuti a livelli molto alti di benzene nell’aria (10000-20000 ppm) possono
condurre alla morte. Livelli di concentrazione più bassi (700-3000 ppm) possono
causare vari sintomi come sonnolenza, aumento del battito cardiaco, tremori,
confusione e perdita di coscienza.
Concentrazioni minori, ma più prolungate nel tempo,
possono alterare la memoria e certe capacità psichiche. Il benzene è
responsabile di disturbi e di un effetto irritante sulla pelle e sulle mucose
(oculare e respiratoria in particolare).

Rilevato che:

L’esposizione al benzene è stata anche collegata al
danno ai cromosomi, la parte delle cellule responsabile dello sviluppo delle
caratteristiche ereditarie e a danni a livello degli organi riproduttivi.

Uno studio condotto dall’equipe di Paolo Crosignani,
direttore dell’Unità Operativa Registro Tumori dell’Istituto Nazionale Tumori
di Milano, ha verificato la correlazione tra la concentrazione di benzene e
l’insorgenza di leucemie infantili.

Studi recenti (Cocima, 2013) dimostrano come questa
sostanza provenga sia dalle emissioni convogliate e controllate sia,
soprattutto, dalle emissioni diffuse e fuggitive: dai parchi serbatoi di
benzine e gasoli per evaporazione, dalle torce, dagli impianti per perdite
varie o per incidenti, incendi compresi. Dispersioni per lesioni dei serbatoi e
di alcune condotte hanno determinato l’inquinamento dei suoli e delle falde
(Aureli, 1985; Arpa 2002; Arpa 2012).

Nell’anno 2010-2011 sia a Priolo che
a Scala Greca sono state riscontrate, sulle polveri (PM10), concentrazioni di
benzo(a)antracene, benzo(K)fluorantene, di benzo(a,h)antracene,
indeno(1,2,3-cd)pirene del valore limite superiore a 1 ng/m3, ma non
essendoci un valore limite fissato dagli attuali Decreti, non sappiamo che
danno hanno comportato alla salute umana
.
Per quanto attiene
all’acido solfidrico, altra sostanza non normata, in data 19/08/2011 si è
riscontrato un picco di 73.2 µg/Nm3 e in data 01/06/2012 una
concentrazione 65.3 µg/Nm3  riscontrato a Melilli (SR). Da letteratura mette
in evidenza una soglia olfattiva di circa 7 µg/Nm3 e un limite di
esposizione consigliato dall'OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) di 150 µg/Nm3
come media nelle 24 ore.

Nel polo petrolchimico siracusano dal mese di
dicembre 2011 al mese di luglio 2012 è stato dimostrato dagli organi di
controllo preposti, a seguito di diversi eventi e/o incidenti rilevanti, che
l’H2S fuoriesce dalle raffinerie, in particolare: sistema torce,
impianti di trattamento acque di scarico, linee e impianti che processano detto
inquinante. Inoltre è stato rilevato che tutte le aziende del petrolchimico
(Esso, Isab impianti sud, Isab impianti nord, Isab Energy) non sono dotate di
analizzatori che h/24 svolgono funzione di sorveglianza dei livelli di questo gas
negli ambienti di lavoro.

In pratica gli attuali Decreti in materia di
valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente sembrano riconoscere
come inquinanti soltanto le sostanze derivanti da traffico veicolare (SO2; NOx;
O3). E’ come se non si volessero considerare le raffinerie come fonti
principali di inquinamento atmosferico. È come se le aree a rischio in Sicilia
non fossero mai esistite.

Malgrado ciò, nel 1990 l’area del quadrilatero industriale
Augusta, Melilli, Priolo e Siracusa è stata dichiarata “ad elevato rischio di
crisi ambientale” in conformità alla legge 349 del 08/07/86, in quanto
caratterizzata da gravi alterazioni negli equilibri ambientali (AERCA), quindi,
da sottoporre a risanamento tramite appositi piani. Inoltre è stata
perimetrata, ai sensi della legge 426/1998, sito di interesse nazionale (SIN),
dunque, da sottoporre a bonifica e ripristino ambientale, così come le altre 2
aree a rischio siciliane: Gela e Milazzo.

Le sostanze inquinanti non normate che sono state
descritte vengono rilevate dall’Arpa, che oltre a trasmetterle alle autorità
preposte li invia all’Asp 8 di Siracusa. L’Asp, in qualità di organo competente
per la protezione della salute umana a quanto sembrerebbe non correla i dati con
i tumori nella provincia di Siracusa. È chiaro
che da parte dell’Asp oltre all’assenza di un archivio storico dei dati utile
per monitorare negli anni l’andamento delle emissioni inquinanti in atmosfera,
non è ancora stata attivata una forma incisiva di monitoraggio sanitario.

Nel 2001 gli studi del RTP (Registro tumori provinciale)
di Siracusa segnalano una alta incidenza di Malformazioni Congenite nell’area
di Augusta e dintorni. I tassi più elevati si raggruppano in un cluster
comprendente la zona costiera che si sviluppa da Augusta a Siracusa fino ai
comuni del più vicino retroterra, anche a seguito di altre segnalazioni parte
una indagine della Procura di Siracusa. Si riscontra una forte contaminazione
da mercurio nella rada di Augusta (per
illeciti smaltimenti dall’impianto Cloro-Soda dell’Enichem, oggi Syndial). Tant’è
che l’azienda colpevole ma non imputata dona a 101 famiglie, che avevano avuto
figli malformati, undici milioni di euro.

Nel 2003 vengono pubblicati i risultati di uno studio
(Nicotra, 2007) di monitoraggio della rada, i cui sedimenti marini erano
contaminati di metalli pesanti, tra cui il mercurio 22 volte il limite
tabellare, e idrocarburi policiclici aromatici superiori al valore di
riferimento.

Nello stesso anno,  da
una perizia della procura di Siracusa viene fuori che le concentrazioni di mercurio
nei capelli delle donne di Augusta (1,45 mg/g) sono risultate maggiori che
nelle donne di Catania (1,14 mg/g) con differenze statisticamente significative
(p 0.01).

Volendo
ricorrere a confronti con aree geografiche coinvolte in passato da gravi
contaminazioni da mercurio, i valori osservati ad Augusta si collocano tra
quelli osservati a Minamata (1,76 mg/g) e quelli osservati ad Elubo nel Ghana (1,21 mg/g).

Per quanto riguarda i tumori, dal 1999 al 2002, si afferma
che il Distretto con la più alta incidenza di Tumori è quello di Augusta, i cui
valori tra i maschi si attestano ben oltre quelli del Pool Italia. Tra le sedi
neoplastiche in eccesso: i Tumori di Fegato (M-F), Pancreas (M-F), Polmoni (M),
Melanomi (F), Torace (M), Pleura (M-F), Utero, Ovaio, Encefalo (M-F), Tiroide
(M-F), Linfomi H (F) e Mielomi (F). In tutto 12 Sedi Tumorali che, con poche
eccezioni, collocano Augusta nell’ambito di un profilo epidemiologico tipico
delle aree fortemente industrializzate.

Al 2° posto si colloca il Distretto di Siracusa, i cui TSI
si attestano al di sotto di quelli di Augusta. Tra le sedi neoplastiche in
eccesso: i Tumori di Pleura (M), Utero, Encefalo (M), Tiroide.


Visto e considerato che la qualità della vita di una
comunità dipende essenzialmente dalla caratterizzazione dei siti contaminati, dagli
interventi di bonifica, da un Piano di Risanamento dell’aria che si respira,
ove in Sicilia sono fermi al palo, rispettivamente, dal 2008 (nonostante soldi
pubblici stanziati, 770 milioni di euro) e dal 1999  nonché di un monitoraggio h/24 sanitario sia
delle emissioni che sui lavoratori esposti a inquinanti petrolchimici, soprattutto
di IPA.


PER CONOSCERE SE NON RITENGANO OPPORTUNO 

1.    
Provvedere alla realizzazione immediata di un Decreto Regionale
ad hoc per le sostanze di derivazione delle raffinerie del petrolchimico site
nella regione siciliana.

2.    
Provvedere all’applicazione di un Piano di risanamento ambientale
dell’aria.
La mancanza di un Piano di Tutela e Risanamento della
qualità dell’Aria, del qual fatto vanno individuate e censurate le
responsabilità politiche e burocratiche, costituisce una grave “omissione di
soccorso” nei confronti dei cittadini e dell’ambiente intero. Si ricorda che
per questa inadempienza l’Unione Europea ha avviato una procedura d’infrazione
nei confronti dell’Italia.

3.    
Provvedere al’applicazione dell’accordo di programma
per le bonifiche: “Interventi di
riqualificazione ambientale funzionali alla reindustrializzazione e
infrastrutturazione delle aree comprese nel sito di interesse nazionale di
Priol
o”.


            (Gli
interpellanti chiedono  lo
svolgimento  con urgenza)



(15 Aprile 2013)                                                                           Firmatari:       Stefano Zito (M5S)

Cancelleri Giovanni Carlo
Cappello Francesco
 Ciaccio Giorgio
 Ciancio Gianina
 Ferreri Vanessa
Foti Angela
La Rocca Claudia
 Mangiacavallo
Matteo
 Palmeri Valentina
Siragusa Salvatore
 Trizzino Giampiero
 Troisi Sergio
                                                                                                                          Venturino
Antonio
 Zafarana Valentina






Comitato
Cittadino Isola Pulita Isola delle Femmine

Via
Sciascia 13 90040  Isola delle Femmine

  

Al Servizio 4

"Ufficio unico procedimenti disciplinari",

dipartimento della Funzione Pubblica,

viale  Regione Siciliana 2194,
90100 Palermo


tel: 091
- 70.72826    -
   fax : 091 - 70.72843
inviato dal numeo
0918616100 9,13

 

Al
Presidente della Regione Sicilia

Onle Rosario
Crocetta
Piazza Indipendenza
21
fax :  091 7075302 90129 Palermo email:
rcrocetta@ars.sicilia.it
inviato dal numeo
0918616100 9,01
All’Assessore
Regionale del Territorio e dell’Ambiente Sicilia

Dott.sa Mariella Lo
Bello
Via Ugo La Malfa 169
fax : 091
7077963 90146 Palermo  email: assessore.territorioambiente@regione.sicilia.it
inviato dal numeo
0918616100 9,43

e
 p.c. IV Commissione  Ambiente e Territorio

Assemblea Regionale
Siciliana
Onle Giampiero
Trizzino
Piazza Indipendenza
21
fax : 0917054564 90146 Palermo  email:  trzgpr@gmail.com
inviato dal numeo
0918616100 9,59


Anticipata via email  Fax

OGGETTO: richiesta informazioni sui
provvedimenti adottati a carico del Dottor Anzà a seguito della condanna
 penale n. 5055 del
18/10/2012

Il sottoscritto Giuseppe Ciampolillo coordinatore del Comitato Cittadino
Isola Pulita sezione Legambiente di Isola delle Femmine, con la presente chiede
di conoscere, ai sensi della normativa vigente in materia di trasparenza
amministrativa, i provvedimenti che questo spettabile Ufficio ha adottato
nei confronti del dirigente pro
tempore del Dipartimento Ambiente della Regione Sicilia,
Salvatore Anzà, a seguito della
condanna n 5455 del 18 ottobre
2012 che lo ha visto condannato a 1 anno e 8 mesi, e che fa seguito alla condanna 2708 del 2010
depositata il 5/3/2010.per
diffamazione ai danni di Giuseppe Messina, portavoce cittadino di
Legambiente, emessa dal
Tribunale Civile di Palermo con sentenza

Il sottoscritto avanza tale richiesta in quanto parte in
causa  in diversi procedimenti
giudiziari connessi all'attività del dottor Salvatore Anzà nell'esercizio delle sue funzioni di
dirigente presso il Dipartimento Ambiente.





Giuseppe Ciampolillo coordinatore  di Comitato Cittadino Isola Pulita,
Firmato: Giuseppe Ciampolillo
Per comunicazioni:
Giuseppe Ciampolillo Isola Pulita Via Sciascia 13 90040 Isola delle
Femmine isolapulita@gmail.com  3331017981
Si allega
  1. sentenza
    di condanna
    a
    1 anno e 8 mesi
    n 5455 2012 del
    18 ottobre 2012 a
    carico del dr. Salvatore Anzà:
  2. sentenza
    di condanna per diffamazione  del dr. Salvatore Anzà n. 2708 2010
    depositata il 5 3 2010
    ;
  3. Articolo
    Quotidiano di Sicilia Luigi Solarino “Piano dell’aria finisce in tribunale
    condannato direttore del progetto






Isola
delle Femmine 16 aprile 2013  






Sicilia – “Respiriamo” ancora l’aria del “Piano aria
pulita del Veneto”







In Sicilia ancora “aria pulita del Veneto”. Forse qualcuno ricorda la
ridicola storia interpretata
dagli uomini di Lombardo che gestivano l’assessorato territorio e ambiente della
regione siciliana. Le risate che la Petrix ha suscitato con le sue “interviste”
dei protagonisti (progettisti, assessore e dirigente regionale). Bene dopo 5
anni dalla “stesura” con copia incolla di quel piano, e dopo che un dirigente è
stato condannato per aver calunniato e ingiuriato persone ed associazioni
ambientaliste, nessun intervento è stato adottato dal Governo regionale per
ridare ai siciliani la possibilità di “respirare” un po’ d’aria della
Trinacria.
Era abbastanza prevedibile che nessun intervento sarebbe stato posto in
essere dal governo (si fa per dire) Lombardo per riparare – se non altro – alla
mala figura, in fondo si trattava di uomini di fiducia del governatore; per
altro aver spostato il dirigente generale dal territorio al Corpo Forestale era
stata già una cosa eccezionale – a sentire il personale del Corpo ne avrebbero
fatto volentieri a meno. Ma che ancora oggi nemmeno il Governo del
rivoluzionario Crocetta ha aperto una finestra per respirare aria di Sicilia, ci
sembra un tantino strano.
Ancora più strano è parso alle associazioni: Legambiente Sicilia, Cgil
Sicilia, AugustAmbiente, Decontaminazione Sicilia, Italia Nostra, Wwf Palermo e
comitato cittadino Isola Pulita; le quali, dopo aver atteso l’inserimento della
Giunta Crocetta, hanno segnalato “l’anomalia” alla nuova amministrazione,
chiedendo all’assessore al territorio e ambiente Maria Lo Bello di chiudere
definitivamente la finestra sul Veneto ed aprire quella sulla Conca d’oro.
Nella lettera delle associazioni si legge:
“A fronte di questa situazione a dir poco paradossale – lettera firmata da
Mimmo Fontana per Legambiente e Antonio Riolo per la Cgil Sicilia – che appare
confliggere in modo insanabile, oltre che con il decoro ed il prestigio
dell’Amministrazione, con le dichiarazioni programmatiche in materia di
trasparenza e legalità del nuovo Governo della Regione, le scriventi
Organizzazioni tornano a chiedere l’immediato ritiro del Piano copiato, anche
come segnale forte di voler mettere la parola fine ad un deleterio modus
operandi e ad un sistema
di impunità tra i più oscuri dell’attività amministrativa della nostra
Regione”.
La segnalazione appare più che opportuna ed è sorretta dalla speranza che
rifacendo il piano, nel caso di copiature, ci si rifaccia ai tanti testi sull’ambiente siciliano.



http://www.nuovosoldo.it/2013/03/10/sicilia-respiriamo-ancora-laria-del-piano-aria-pulita-del-veneto/
















A NOI AMBIENTALISTI Siciliani  l’idea di realizzare le “piste ciclabili sfruttando argini di fiumi e
canali” ci aveva insospettito NON POCO  e
quindi……….

“PUO’ RITENERSI ACCERTATO CHE IL PIANO CONTENEVA SE NON
ERRORI, COMUNQUE VISTOSE COPIATURE DI UN PIANO DI ALTRA REGIONE

La teste Interlandi Rosanna, all’epoca dei fatti Assessore
Regionale per il territorio ed Ambiente, la quale ha spiegato che all’Anzà era
stata affidata la redazione del “Piano regionale per la tutela della qualità
dell’aria” che era stato pubblicato ad agosto 2007 sul sito dell’Assessorato.

Il piano era stato elaborato con ritardo rispetto ai tempi
dovuti, ritardo per il quale era stata attivata un procedura comunitaria per
infrazione.

Era però emerso che il “Piano regionale per la tutela della
qualità dell’aria” oltre a contenere ERRORI DI SINTASSI vari, era una COPIATURA
di un precedente piano redatto per la regione
Veneto e tale circostanza risultava da una serie di INDICAZIONI e
RIFERIMENTI che erano del tutto ILLOGICI ed INCONGRUI ove riferiti al
territorio siciliano.

In particolare si faceva riferimento alle immissioni
atmosferiche derivanti dall’uso dei riscaldamenti domestici dovuti al CLIMA
RIGIDO, si indicava quale soluzioni dell’inquinamento da traffico il
potenziamento delle PISTE CICLABILI da realizzare sugli ARGINI DEI FIUMI CHE
ATTRAVERSANO I CENTRI STORICI e, in alcuni casi si trovava addirittura il link
della Regione Veneto (pag 14 verbale del 24.11.2011).

Appare quindi evidente che non possono ritenersi credibili i
testi Barbaro e Tolomeo che hanno parlato di correzioni effettuate dalla
segreteria e nel tempo di ventiminuti – mezz’ora; ma soprattutto appare
evidente che gli errori del “Piano regionale per la tutela della qualità
dell’aria”, non potevano essere semplici “refusi”, giacchè non potrebbe
logicamente giustificarsi la creazione ad hoc di una commissione composta da
tre soggetti che ha lavorato per quattro mesi, per la correzione di un
elaborato di appena 385 pagine, compresi gli allegati.


….lungi da essere meri refusi come dichiarato
eufemisticamente  da testi interessati
anche ad escludere ovvero attenuare proprie responsabilità  amministrative, erano vere e proprie
COPIATURE.

Peraltro, nello stesso “decreto di correzione relativo al
piano regionale per la tutela della qualità dell’aria”  si legge di “comunità montane”, “argini di
fiumi e vcanali”, “intero territorio pianeggiante della regione”, “bacino
aerologico padano” eccc..

….il “Piano regionale per la tutela della qualità dell’aria”
conteneva effettivamente degli errori che per la loro evidenza e natura erano
tali da rendere legittime le critiche…..

Per quanto riguarda la commisurazione della pena, rileva
questo Giudice che NON si ravvisano motivi per la concessione  delle circostanze ATTENUANTI e ciò sia per
motivi processuali che per motivi sostanziali.

…Infatti la vicenda presenta profili di indubbia
gravità……….per formulare offese personali connotate da una fortissima violenza
verbale, violenza di cui l’IMPUTATO non è sembrato neppure rendersi conto nel
corso del suo esame dibattimentale.


DICHIARA Anzà Salvatore responsabile del REATO continuato a
lui ascrittoi e lo CONDANNA ALLA PENA di UNO ANNO e MESI OTTO  di RECLUSIONE, oltre che al pagamento delle
spese processuali
………….


Sentenza  n. 5455/2012
emessa dal Tribunale penale di Palermo, Giudice Monocratico, sez. quarta
penale, nel proc. n. 4863/2010, all’udienza del 18.10.2012, di condanna a un
anno e otto mesi di reclusione, nei confronti di Anzà Salvatore EX DIRIGENTE
ASSESSORATO TERRTORIO AMBIENTE DELLA REGIONE. L’accusa: diffamazione   in relazione alle posizioni assunte
dall’associazione sul Piano Regionale di Coordinamento per la tutela della
Qualità dell’aria .

Scarica l'intera sentenza in pdf












Diffamazione – Condannato dirigente Regione Siciliana




PALERMO -  Con sentenza n° 5455/12 il dirigente regionale Salvatore Anzà è stato condannato ad 1 anno e 8 mesi di reclusione per diffamazione per mezzo di atti pubblici del suo ufficio dell’Assessorato Territorio e Ambiente, unitamente al pagamento delle spese processuali. Dal giudice non sono state concesse le attenuanti generiche.

Tutto partì da una conferenza stampa del 21 nov. 2007 nel quale Legambiente denunciò che il Piano Regionale di Coordinamento per la Tutela della Qualità dell’Aria, approvato ed adottato con il D.A. n. 176/Gab del 9 agosto 2007 dall’Assessore al Territorio e Ambiente Rosanna Interlandi, era un copiato da un simile piano della Regione Veneto di alcuni anni addietro, che già era stato bocciato dalla Comunità Europea, nonché una mescolanza di capitoli, paragrafi, e contenuti. integralmente ripresi da pubblicazioni già edite da altri Enti ed Amministrazioni.

Legambiente, il suo presidente regionale Domenico Fontana ed i partecipanti a quella conferenza del 21 novembre 2007, mediante diverse note redatte su carta intestata del Dipartimento Ambiente, divennero bersaglio di attacchi da parte dell’Anzà che a seguito delle note indirizzate agli ambientalisti  venne dagli stessi querelato.

La condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione inflitta con sentenza di condanna è stata sospesa, poiché essendo il dr. Anzà incensurato è stato concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena.




Sentenza
n. 5455/2012 emessa dal Tribunale penale di Palermo, Giudice
Monocratico, sez. quarta penale, nel proc. n. 4863/2010, all’udienza del
18.10.2012, di condanna a 
un anno e otto mesi
di reclusione
, pena sospesa, nei confronti di Anzà Salvatore,  parte offesa Legambiente
Comitato Regionale Siciliano in persona del Presidente arch. Domenico Fontana,
per le diffamazioni derivanti dalle affermazioni, dichiarazioni e frasi
offensive riportate nelle note inviate a diversi enti in danno dell’associazione
e del presidente Regionale arch. Domenico Fontana. E il procedimento aperto in
relazione alla denuncia di Legambiente per le  note inviate dall’Anzà a
vari enti, in relazione alle posizioni assunte dall’associazione sul Piano
Regionale di Coordinamento per la tutela della Qualità dell’aria .



Scarica l'intera sentenza in pdf



ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 1


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 2

ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 3


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 4
ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 5


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 6


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 7


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 8


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 9


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 10


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 11


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A  UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 12


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 13


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 14
ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 15
ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 16


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 17


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI ENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 18


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 19
ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 20


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI ENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 21


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 22


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 23


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO MESI ENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 24


ANZA' SALVATORE CONDANNATO A UNO ANNO 8 MESI SENTENZA 5455 2012  PROCED 4863 2010 R G N R 7076 2009 UDIENZA 18 10 2012   PAG 25








Comitato
Cittadino Isola Pulita Isola delle Femmine

Via
Sciascia 13

  

Al
Presidente della Regione Sicilia

Onle Rosario
Crocetta
Piazza Indipendenza
21
Fax 091 7075302
90129 Palermo
fax inviato 19.2.13 h. 17,58 rac rr 1424411893871
All’Assessore Regionale
del Territorio e dell’Ambiente Sicilia
Dott.sa Mariella Lo
Bello
Via Ugo La Malfa
169
Fax 091 7077963
90146 Palermo  fax inviato 19.2.13 h.
17,55 rac rr  90040130219004220 posta
express

e
 p.c. IV Commissione  Ambiente e Territorio

Assemblea Regionale
Siciliana
Onle Giampiero
Trizzino
Piazza Indipendenza
21
Fax 0917054564
inviato 19.2.13 h. 17,51 racc rr 14241189396


Anticipata via Fax

OGGETTO: ATTO
D’INVITO E DIFFIDA A PROVVEDERE CON ISTANZA IN AUTOTUTELA
 ALLA REVOCA ED AL RITIRO DAL SITO WEB   DELL'ASSESSORATO TERRITORIO E AMBIENTE  DEL " PIANO
REGIONALE DI COORDINAMENTO PER LA QUALITA' DELL'ARIA AMBIENTE"
 


Sig. Presidente,  Sig.
Assessore, on.le Presidente IV commissione

poichè ad oggi
risulta senza seguito la richiesta inoltrata con R.R.  il 21
e 22 gennaio 2013  alle SS.VV. da parte delle scriventi Associazioni e fin dal 24
dicembre 2012 da parte di Legambiente e della CGIL 
al fine
del ritiro del “Piano regionale di
coordinamento per la 
tutela della qualità dell’aria ambiente”
(2007)
in quanto copiato quasi 6 anni fa da
quello omologo della Regione Veneto e da vari documenti già editi da altri
Enti, le scriventi Associazioni, anche alla luce della sentenza del Tribunale
di Palermo (allegata alla presente) che ha condannato il dott. Salvatore
Anzà del Dipartimento Ambiente alla pena di 1 anno e 8 mesi per la vicenda
in questione, reiterano la richiesta e diffidano a volerle  dare
immediato adempimento, non da ultimo quale segnale di concreta
applicazione dei principi di legalità e trasparenza di cui il Governo
dichiara di farsi interprete.       

n.b.  n. raccomandate inviate il 31 gennaio 2013
142411891787- 1424411892562  ricevute
entrambe il 31 gennaio 2013


FIRMATARI DEL
DOCUMENTO:

Asessandra Bianco presidente di
AugustAmbiente
Luigi Solarino presidente di Decontaminazione Sicilia,
Asessandra Leandro Janni
presidente di
 Italia Nostra,
WWF Palermo,
Giuseppe Ciampolillo coordinatore  di Comitato Cittadino Isola Pulita,

Firmato: Giuseppe Ciampolillo
Per comunicazioni:
Giuseppe Ciampolillo Isola Pulita Via Sciascia 13 90040 Isola delle
Femmine isolapulita@gmail.com  3331017981
Si allega
  1. Sentenza di Condanna  emessa in data 18 ottobre 2012 nei
    confronti  del  Dottor Anzà Salvatore Autore del Piano












Comitato
Cittadino Isola Pulita Isola delle Femmine

Via
Sciascia 13

Al Presidente della Regione Sicilia

Onle Rosario
Crocetta
Piazza Indipendenza
21
Fax 091 7075302
90129 Palermo
All’Assessore
Regionale del Territorio e dell’Ambiente Sicilia
Dott.sa Mariella Lo
Bello
Via Ugo La Malfa
169
Fax 091 7077963
90146 Palermo 

Anticipata via Fax

Sig. Presidente e Sig. Assessore,
il 21 novembre 2007 Legambiente denunciava in una
conferenza stampa che il Piano Regionale di coordinamento per la tutela della
qualità dell’aria ambiente, approvato ed adottato con il D.A. n. 176/Gab del 9
agosto 2007 dall’assessore al Territorio e Ambiente Interlandi, era un copiato
dall’omologo Piano della Regione Veneto di alcuni anni addietro, nonché un
collage di capitoli, paragrafi, ecc. integralmente trascritti da pubblicazioni
già edite da altri Enti ed Amministrazioni (vedasi allegato).
Gli autori non si erano neppure accorti che quel Piano del
Veneto, cui avevano attinto, era già stato bocciato dalla Comunità Europea parecchi
anni prima, né che nel copia e incolla si erano generate inedite “comunanze” e
“similitudini” tra le caratteristiche ambientali del Veneto e della Sicilia,
tipo il “sistema aerologico padano” della Regione Siciliana, le piste ciclabili
lungo gli argini dei fiumi e dei canali presenti nei centri storici dei Comuni
siciliani, l’esistenza delle Comunità montane, ecc.
Inoltre, come non ricordare il servizio di Striscia la
Notizia in cui il Dirigente Generale del Dipartimento Ambiente, Pietro Tolomeo,
affermava trattarsi di “refusi “ (ma
refusi di cosa?) e si lasciava sfuggire che “nel copiare nel computer può succedere”.
Come non ricordare che la commissione ispettiva
assessoriale, al cospetto di fatti eclatanti, era costretta a rimettere il
mandato senza rendere alcuna relazione?
Erano, invece, Legambiente ed i partecipanti alla
conferenza stampa a subire attacchi ingiuriosi e diffamatori (banda di lestofanti, banda di cialtroni,
esperti in truffe, ciarlatani, cricca di imbroglioni, cricca di mascalzoni,
ecc.) da parte del dirigente responsabile
della redazione del c.d. Piano, Salvatore Anzà, tramite diverse note redatte su
carta intestata     del Dipartimento
Ambiente, senza che i vertici politici ed amministrativi dell’Assessorato o
della Regione intervenissero minimamente.
E’ più che evidente che quel dirigente, rimasto
impunemente al proprio posto, ha potuto contare su una consolidata rete di
protezione.
Invece, per quegli scritti lo stesso dirigente ha già
subito una condanna in sede civile e altri altri procedimenti, civili e penali,
nei suoi confronti sono in via di definizione.
Ebbene, a distanza di 5 anni dai fatti denunciati, il
Piano copiato non solo non è stato ritirato, come era stato richiesto a suo
tempo da Legambiente, ma fa ancora incredibilmente “bella mostra” nel sito
istituzionale dell’Assessorato Territorio e Ambiente come fosse un documento
tuttora valido e rappresentativo.
A fronte di questa situazione a dir poco paradossale, che
appare confliggere in modo insanabile, oltre che con il decoro ed il prestigio
dell’Amministrazione, con le dichiarazioni programmatiche in materia di
trasparenza e legalità del nuovo Governo della Regione, le scriventi
Organizzazioni tornano a chiedere l’immediato ritiro del Piano copiato, anche
come segnale forte di voler mettere la parola fine ad un deleterio modus
operandi e ad un sistema di impunità tra i più oscuri dell’attività
amministrativa della nostra Regione.
 E’ di queste giorni la notizia del
Tribunale penale  di Palermo Giudice
Monocratico, sez. quarta penale, nel proc. n. 4863/2010  che
nell’udienza del 18 ottobre 2012, è st
ata emessa la sentenza n. 5455/2012,   di condanna 
a 
un anno e
otto mesi di reclusione
, pena sospesa, nei confronti di Anzà Salvatore,  parte offesa Legambiente Comitato
Regionale Siciliano in persona del Presidente arch. Domenico Fontana, per le
diffamazioni derivanti dalle affermazioni, dichiarazioni e frasi offensive
riportate nelle note inviate a diversi enti in danno dell’associazione e del
presidente Regionale arch. Domenico Fontana.
L’operato del dr. Anzà  risulta
a nostro parere di una gravità estrema,
in quanto dette  note
 sono state redatte su carta intestata dell'ARTA e firmate
dall'Anzà nelle funzioni ufficiali di responsabile del Servizio 3 verso
l'esterno in rappresentanza dello stesso ARTA.

FIRMATARI DEL
DOCUMENTO:

Asessandra Bianco presidente di
AugustAmbiente
Luigi Solarino presidente di Decontaminazione Sicilia,
Asessandra Leandro Janni
presidente di
 Italia Nostra,
WWF Palermo,
Giuseppe Ciampolillo coordinatore  di Comitato Cittadino Isola Pulita,
Firmato: Giuseppe Ciampolillo
Per comunicazioni:
Giuseppe Ciampolillo Isola Pulita Via Sciascia 13 90040 Isola delle
Femmine isolapulita@gmail.com  3331017981
Si allegano:
1.      Piano
Siciliano e Fonti copiate
2.      Guida
lettura Piano

 Raccomandata 142411891787 ricevuta 31 gennaio
2013 inviata da isola delle femmine 22 gennaio 2013
 Raccomandata  90040130122003650 inviata da Isola delle
Femmine il 22 gennaio 2013 







                                                                     
Al Presidente della Regione
                                                                                                                          All’Assessore Regionale
                                                                                                                   del
Territorio e dell’Ambiente


Sig. Presidente e Sig.
Assessore,

il 21 novembre 2007
Legambiente denunciava in una conferenza stampa che il Piano Regionale di
coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente, approvato ed
adottato con il D.A. n. 176/Gab del 9 agosto 2007 dall’assessore al Territorio
e Ambiente Interlandi, era un copiato dall’omologo Piano della Regione Veneto
di alcuni anni addietro, nonché un collage di capitoli, paragrafi, ecc.
integralmente trascritti da pubblicazioni già edite da altri Enti ed
Amministrazioni (vedasi allegati).
Gli autori non si erano
neppure accorti che quel Piano del Veneto, cui avevano attinto, era già stato
bocciato dalla Comunità Europea parecchi anni prima, né che nel copia e incolla
si erano generate inedite “comunanze” e “similitudini” tra le caratteristiche
ambientali del Veneto e della Sicilia, tipo il “sistema aerologico padano”
della Regione Siciliana, le piste ciclabili lungo gli argini dei fiumi e dei
canali presenti nei centri storici dei Comuni siciliani, l’esistenza delle
Comunità montane, ecc.
Inoltre, come non ricordare
il servizio di Striscia la
Notizia
in cui il Dirigente Generale del Dipartimento
Ambiente, Pietro Tolomeo, affermava trattarsi di “refusi “ (ma refusi di cosa?) e si lasciava sfuggire che “nel copiare nel computer può succedere”.
Come non ricordare che la
commissione ispettiva assessoriale, al cospetto di fatti eclatanti, era
costretta a rimettere il mandato senza rendere alcuna relazione?
Erano, invece, Legambiente ed
i partecipanti alla conferenza stampa a subire attacchi ingiuriosi e
diffamatori (banda di lestofanti, banda
di cialtroni, esperti in truffe, ciarlatani, cricca di imbroglioni, cricca di
mascalzoni,
ecc.) da parte del
dirigente responsabile della redazione del c.d. Piano, Salvatore Anzà, tramite
diverse note redatte su carta intestata   
del Dipartimento Ambiente,
senza che i vertici politici ed amministrativi dell’Assessorato o della Regione
intervenissero minimamente.
E’ più che evidente che quel
dirigente, rimasto impunemente al proprio posto, ha potuto contare su una
consolidata rete di protezione.
Invece, per quegli scritti lo
stesso dirigente ha già subito una condanna in sede civile e altri altri procedimenti,
civili e penali, nei suoi confronti sono in via di definizione.
Ebbene, a distanza di 5 anni
dai fatti denunciati, il Piano copiato non solo non è stato ritirato, come era
stato richiesto a suo tempo da Legambiente, ma fa ancora incredibilmente “bella
mostra” nel sito istituzionale dell’Assessorato Territorio e Ambiente come
fosse un documento tuttora valido e rappresentativo.
A fronte di questa situazione
a dir poco paradossale, che appare confliggere in modo insanabile, oltre che
con il decoro ed il prestigio dell’Amministrazione, con le dichiarazioni
programmatiche in materia di trasparenza e legalità del nuovo Governo della
Regione, le scriventi Organizzazioni tornano a chiedere l’immediato ritiro del
Piano copiato, anche come segnale forte di voler mettere la parola fine ad un
deleterio modus operandi e ad un sistema di impunità tra i più oscuri
dell’attività amministrativa della nostra Region
e.

Palermo,

         Legambiente Sicilia                                                     CGIL Sicilia
          Domenico Fontana                                                     Antonio Riolo
                  



XVI
Legislatura ARS
INTERROGAZIONE
(risposta scritta)

Al Signor Presidente
della Regione


Iniziative finalizzate alla tutela dell’ambiente ed alla salvaguardia della
salute della popolazione dall’inquinamento atmosferico nella Regione Siciliana
– Inadempienze circa la redazione del Piano Regionale di Tutela della Qualità
dell’Aria ed aberrazioni in merito all’adozione da oltre 5 anni di un Piano
copiato dall’omologo della Regione Veneto e da documenti editi da altre fonti



premesso
che,
•   più di 5 anni fa, iI 21 novembre 2007,
Legambiente Sicilia, denunciava in una conferenza stampa, che il Piano
Regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente,
approvato ed adottato con il D.A. n. 176/Gab del 9 agosto 2007 dall’assessore
al Territorio e Ambiente Rossana Interlandi, era un copiato dall’omologo Piano
della Regione Veneto di alcuni anni addietro, nonché un collage di capitoli,
paragrafi, ecc. integralmente trascritti da pubblicazioni già edite da altri
Enti ed Amministrazioni;

•  gli autori, coordinati dal dirigente
responsabile del Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” del
Dipartimento Ambiente, dott. Salvatore Anzà, non si erano neppure accorti che
quel Piano del Veneto (anno 2000), cui avevano attinto, era già stato bocciato
dalla Comunità Europea parecchi anni prima, né che nel copia e incolla si
erano generate inedite “comunanze” e “similitudini” tra le caratteristiche
ambientali del Veneto e della Sicilia, tipo il “sistema aerologico padano”
della Regione Siciliana, la limitazione delle ore di utilizzo del riscaldamento
domestico a causa della rigidità del clima, l’incremento delle piste ciclabili
lungo gli argini dei fiumi e dei canali presenti nei centri storici dei Comuni
siciliani al fine del miglioramento del traffico urbano, la persistenza delle
Comunità montane
, ecc.;

•  la vicenda suscitava, a causa dei suoi
risvolti paradossali, notevole clamore e turbamento a livello mediatico e
nell’opinione pubblica regionale e nazionale, attirando persino l’attenzione
della trasmissione satirica Striscia la notizia che vi dedicava un esilarante
servizio nel corso del quale il dirigente generale del Dipartimento Ambiente,
Pietro Tolomeo, per giustificare l’abnormità dei fatti, arrivava a definirli
frutto di “pochi refusi”, tuttavia lasciandosi scappare che “nel copiare può
succedere”;

•  l’Assessore Interlandi nominava una
commissione d’inchiesta per gli accertamenti del caso e delle responsabilità,
ma la commissione, di fronte all’imbarazzante situazione, si trincerava dietro
un’enigmatica astensione dal rilasciare una qualsiasi relazione;

•   a distanza di circa 4 mesi l’Assessore
Interlandi, con il decreto n. 43/Gab del 12 marzo 2008, riteneva di sanare le
abnormità con la semplice eliminazione dal testo del Piano dei riferimenti più
spiccatamente “padani”, ma lasciando inalterate le altre parti interamente
copiate;   
e considerato
che

•  il c.d. Piano regionale di
coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente della Regione
Siciliana, vale a dire un documento frutto di un mero assemblaggio, operato con
il metodo del copia ed incolla, di porzioni di documenti di varia estrazione e
provenienza, alcuni dei quali persino di scarsa attinenza e molti altri anche
temporalmente superati (basti considerare che il Piano della Regione Veneto
risaliva all’anno 2000 ed era stato per giunta già bocciato dalla Comunità
Europea), tutto può definirsi fuorché un documento di programmazione e
pianificazione in materia di tutela e risanamento della qualità dell’aria;

•       
nessun provvedimento risulta essere
stato intrapreso nei confronti dei responsabili della redazione del Piano
copiato;

•       
detto Piano continua inspiegabilmente e
poco decorosamente a risultare un documento ufficiale della Regione
Siciliana  e ad essere inserito nel sito
istituzionale dell’Assessorato al Territorio e Ambiente, senza che i vertici
politici dell’Assessorato, quelli burocratici del Dipartimento Ambiente ed i
responsabili dell’ufficio competente che si sono succeduti abbiano ritenuto di
intervenire al fine della sua revoca;

•   lo scorso mese di novembre si è appreso
dagli organi di stampa che la Procura della Repubblica di Palermo ha chiesto il
rinvio a giudizio, proprio per non avere mai adottato un vero Piano di
risanamento della qualità dell’aria, degli ex Presidenti della Regione, Totò
Cuffaro e Raffaele Lombardo, assieme agli assessori pro tempore
dell’Assessorato al Territorio e Ambiente, Francesco Cascio, Rossana
Interlandi, Giuseppe Sorbello e Roberto Di Mauro;  

•  è di questi giorni la notizia che il
Tribunale di Palermo ha emesso la sentenza n. 5455/2012 di condanna ad 1 anno e
8 mesi di reclusione (pena sospesa) nei confronti dell'allora responsabile del
Servizio 3 del Dipartimento Ambiente e coordinatore del Piano copiato dott.
Salvatore Anzà, il quale , nell'esercizio delle sue funzioni, aveva redatto e
inviato a diversi Enti pubblici, regionali e ministeriali, una serie di note su
carta intestata dell'Assessorato al Territorio e Ambiente dai contenuti
gravemente diffamatori e offensivi in danno di Legambiente e del suo Presidente
Regionale arch. Domenico Fontana per aver essi smascherato la copiatura del
Piano;

per sapere
quali iniziative ritenga di adottare, ed in che tempi, al fine di

porre
immediatamente termine, dopo oltre 5 anni e mezzo, con la revoca del Piano
copiato, a questa situazione a dir poco paradossale, che appare confliggere in
modo insanabile, oltre che con il decoro ed il prestigio dell’Amministrazione,
con le dichiarazioni programmatiche in materia di trasparenza e legalità del
nuovo Governo della Regione;

fare
emergere le responsabilità degli autori e le coperture di cui gli stessi hanno
potuto impunemente godere a tutti i livelli nel corso di questi anni, anche
come segnale forte di abbandono di un deleterio modus operandi e di un sistema
di connivenze tra i più oscuri dell’attività amministrativa della nostra
Regione 
fare
conoscere i motivi per i quali il Piano copiato ha continuato fino ad ora a
fare bella mostra sul sito istituzionale dell’Assessorato al Territorio e
Ambiente senza che nessuno dei vertici politici e burocratici che si sono
succeduti negli anni sia intervenuto al riguardo nonostante a conoscenza della
ben nota copiatura e quindi della macroscopica non conformità, tanto è vero che
nessuno degli stessi vertici e degli uffici lo ha messo in atto;

adottare
un vero Piano regionale di risanamento della qualità dell’aria

 (L'interrogante chiede lo svolgimento con
urgenza)


PAGINA 24 DELLA SENTENZA 






























PIETRO TOLOMEO DIRIGENTE GENERALE Decreto 1474 23 dic 2008 contratto Ing Vincenzo Sansone
formalizzato dirigente 2 VIA VAS 17 DIC 2008 A.IA ITALCEMENTI DECRETO 693 18 LUGLIO 2008
PIETRO TOLOMEO DIRIGENTE GENERALE Decreto 155 29 GENN 2009 contratto
Ing NATALE ZUCCARELLO NOMINA dirigente RESPONSABILE 2 VIA VAS A.IA
ITALCEMENTI DECRETO 693 18 LUGLIO 2008














ITALCEMENTI 16.2. 2013
AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE illegittima
?


http://lagazzettadiisola.files.wordpress.com/2013/02/italcementi-autorizzazione-integrata-ambientale-decreto-693-18-luglio-2013-diffida-ritiro-decreto-e-denuncia-ai-carabinieri2.pdf

  • DEPURAZIONE BONIFICA RISANAMENTO AMBIENTALE GOVERNO BERLUSCONI
    19 FEBBRAIO 2010 ORDINANZA COMMISSARIALE EMERGENZA RIFIUTI





















http://lagazzettadiisola.files.wordpress.com/2013/02/italcementi-autorizzazione-integrata-ambientale-decreto-693-18-luglio-2013-diffida-ritiro-decreto-e-denuncia-ai-carabinieri1.pdf





anza, ARNONE, CAVALLARO, ciampolillo, Cirincione, Fontana, GENCHI, interlandi, LEGAMBIENTE, MESSINA, PELLERITO, PIANO AEROLOGICO PADANO, Sansone, Sentenza 5455/2012, SMOG MAZZARA, TOLOMEO, Trizzino, zuccarello,